Nel 2017 nasce l’Associazione Or.Me, il cui obiettivo è di promuovere l’evoluzione del quartiere Ortica attraverso un progetto di muralismo urbano contemporaneo. Il progetto è realizzato in sinergia con Orticanoodles, un collettivo artistico, basato nel quartiere, che si occupa di arte urbana partecipata.
Tra le vie si incontrano murales che raccontano la storia del quartiere attraverso tre macro-famiglie: quelle storiche, che raccontano avvenimenti e personaggi del Novecento; quelle sull’arte, che raffigurano grandi icone del mondo della cultura e quelle sociali, che ripercorrono le conquiste sociali del “secolo breve”.
In occasione del 75° anniversario dalla Liberazione viene realizzato, in Via Tucidide, il murales dedicato a tutti gli antifascisti e deportati politici. L’artista Walter Contipelli sceglie di usare tre colori di grande impatto simbolico: il viola rappresenta il dramma della morte e del sacrificio, il nero accentua il messaggio del dolore e, infine, il rosso come simbolo della passione, delle lotte e del sangue versato per la libertà.
I volti raffigurati sono il simbolo di tutti i cittadini che, con orgoglio e coraggio, non si sono piegati al fascismo.
Sono rappresentati: Mino Steiner, Carlo Bianchi, Thelma Hauss, Monsignor Giovanni Barbareschi, Claudia Ruggerini, Beata Suor Enrichetta Alfieri, Luigi Pestalozza, Nedo Fiano, Carlo Venegoni ed Elena Rasera.
Storia di chi scelse: Carlo Venegoni
La famiglia Venegoni è stata una delle famiglie più attive nella lotta al fascismo. Tra i volti degli antifascisti ritratti nel murales di via Tucidide c’è quello di Carlo Venegoni.
Nato a Legnano il 7 maggio 1902, a 12 anni inizia a lavorare come operaio per il Cotonificio Cantoni e, dopo tre anni, per la Franco Tosi, grande azienda metalmeccanica legnanese.
Nel 1917, con il fratello Mauro, promuove un circolo giovanile socialista a Legnano, di cui è nominato segretario. Nel 1920 si fa riconoscere come organizzatore sindacale nel corso del movimento dell’occupazione delle fabbriche e, per rappresaglia, è licenziato insieme agli altri 5 leader dell’agitazione del grande stabilimento.
Durante il Congresso di Lione del Partito Comunista d’Italia del 1926 è eletto nel Comitato Centrale in rappresentanza della tendenza di sinistra con il compito di ricostruire la Confederazione Generale del Lavoro. Entrato in clandestinità, mentre il regime fascista rafforza la repressione del dissenso, viaggia tra Milano, Torino e Genova per costruire il sindacato.
Nell’estate 1927 è arrestato a Torino e condannato a 10 anni di prigione dal Tribunale Speciale. Messo in libertà nel 1933, è sottoposto per anni a uno strettissimo regime di libertà vigilata. Nel 1940 viene rinchiuso nel campo di concentramento di Colfiorito.
Dopo l’occupazione nazista organizza la resistenza nell’Alto Legnanese, assieme al fratello Mauro (poi trucidato dai fascisti e decorato di Medaglia d’oro al Valor Militare). Il 28 agosto 1944 è arrestato dai fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana in una tipografia milanese mentre sta stampando “l’Unità” clandestina. Consegnato alla Gestapo, il 7 settembre è deportato nel lager di Bolzano.
Evaso dal campo il 25 ottobre, rientra a Milano. Trasferito a Genova dal CLN, partecipa alla direzione dell’insurrezione nell’aprile 1945.
Qui ricordiamo una delle molte storie di chi ha scelto, a cui siamo affezionati, ma ce ne sono tante altre da scoprire.
Credits Photo: Iris Pasi
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