Il campo, costruito tra il 1928 e il 1933, è intitolato al calciatore Mario Giuriati, morto in combattimento durante la Prima Guerra Mondiale e decorato al valore militare.

Nei primi mesi del 1945, è teatro di diverse fucilazioni di partigiani sommariamente processati dai tribunali fascisti. 

Il 14 gennaio vi vengono assassinati nove ragazzi, tra i 18 e 22 anni, appartenenti al Fronte della Gioventù e alle SAP. I ragazzi, attivi tra Piazzale Corvetto e Porta Romana, hanno maturato il loro antifascismo nelle fabbriche durante gli scioperi del marzo 1944.

Il 2 febbraio vengono uccisi cinque uomini appartenenti alla 3a GAP (Gruppi di Azione Patriottica), tra cui il comandante Luigi Campegi, dopo che un loro compagno di lotta aveva rivelato i loro nomi.

L’ultimo fucilato è Luigi Arcalini, operaio e partigiano conosciuto con il nome di battaglia Lince. Dopo aver partecipato attivamente alla lotta nell’Oltrepò pavese è mandato a rinforzare l’organico della 3a GAP a Milano.

Arrestato, a seguito di una delazione, per avere partecipato all’attentato alla trattoria Leon d’Oro in corso Garibaldi, mensa della Legione Autonoma Ettore Muti. Il 18 marzo è fucilato, all’età di 24 anni.

Oggi, al Campo Giuriati, è presente una lapide che ricorda il sacrificio dei cinque gappisti fucilati il 2 febbraio 1945. E’ inaugurata il 13 febbraio 1946 alla presenza di Luigi Longo, vicesegretario nazionale del Partito Comunista Italiano, e con il discorso commemorativo di Giovanni “Visone” Pesce, che dal maggio 1944 diventa comandante della 3a GAP.

Nel 2015, in occasione del 70° Anniversario della Liberazione, è inaugurata, nei giardini interni, una scultura di Mauro Giuntini dedicata alla memoria dei 15 partigiani fucilati: Sergio Bazzoni, Renzo Botta, Arturo Capecchi, Attilio Folli, Roberto Giardino, Roberto Ricotti, Giuseppe Rossato, Luciano Rossi, Gian Carlo Serrani, Luigi Campegi, Venerino Mantovani, Vittorio Resti, Oliviero Volpones, Franco Mandelli, Luigi Alcalini.

Storia di chi scelse: Renzo Botta

Tra i giovani fucilati del 14 gennaio ricordiamo Renzo Botta. Nato a Milano il 19 settembre 1923, a soli vent’anni si arruola nella prima squadra armata Peucher della Brigata d’assalto del Fronte della Gioventù. Fondata, alla fine del 1943, da Eugenio Curiel ha come obiettivo quello di formare democraticamente le nuove generazione. Al suo interno si riuniscono i giovani antifascisti di varie appartenenze politiche, diventando la più estesa organizzazione giovanile partigiana.

Dopo numerose azioni di disarmo a danno dei militari della Repubblica Sociale Italiana, il reparto repubblichino denominato “Battaglione Azzurro”, in accordo con le SS, intensifica la repressione nei confronti dei ragazzi del Fronte della Gioventù. Tra la fine del dicembre 1944 e l’inizio di gennaio 1945, Renzo Botta è arrestato dai nazifascisti e incarcerato a San Vittore. Il 12 gennaio 1945, dopo un processo farsa, è condannato a morte dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato. Il 14 gennaio è prelevato dalla cella e condotto al Campo sportivo Giuriati, dove è fucilato insieme ad altri otto ragazzi del Fronte della Gioventù.  

Qui ricordiamo una delle molte storie di chi ha scelto, a cui siamo affezionati, ma ce ne sono tante altre da scoprire.

Credits Photo: Gaia Coals


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