Il Memoriale della Shoah, inaugurato nel 2013, sorge in un’area della Stazione Centrale situata al di sotto dei binari ferroviari ordinari, originariamente adibito al carico e scarico dei vagoni postali. Tra il 1943 e il 1945 dal Binario 21, lontano da occhi indiscreti, centinaia di deportati politici e razziali sono caricati su vagoni merce in direzione dei campi di transito, concentramento e sterminio nazisti. 

Il Memoriale, rimasto sostanzialmente integro rispetto a come era in origine, è stato progettato dallo Studio Morpurgo de Curtis Architetti Associati con l’obiettivo di realizzare un luogo che renda omaggio alle vittime del nazifascismo, ma anche uno spazio di memoria e riflessione condivisa sugli orrori del passato. 

Storia di chi scelse: Andrea Lorenzetti

Il Binario 21 è un luogo di sofferenza dove si intrecciano le numerose storie di coloro che sono stati deportati per ragioni politiche o razziali.

Tra di loro ricordiamo la storia di Andrea Lorenzetti. Nato ad Ancona nel 1907 da una famiglia modesta, prende il diploma di ragioniere a sedici anni e comincia subito a lavorare in una banca di Ancona. Successivamente si trasferisce a Milano al Crédit Commercial de France. Nel 1934 entra nello studio di Antonio Foglia dove si occupa di Borsa e, dal 1937, come procuratore.

Le prime notizie della sua attività politica clandestina risalgono all’autunno 1941, quando partecipa alle riunioni preparatorie per la rifondazione del Partito Socialista Italiano. È uno degli organizzatori degli scioperi del 1° marzo 1944 e responsabile della redazione e diffusione dell’«Avanti!» clandestino.

Il 10 marzo 1944 viene arrestato e incarcerato a San Vittore dove è posto in stato di isolamento. Il 27 aprile viene trasferito a Fossoli fino ai primi di agosto. Da lì, viene poi deportato in Austria in uno dei peggiori sottocampi di Mauthausen, Gusen. Andrea riuscirà a resistere fino alla liberazione, il 5 maggio 1945, ma morirà nell’ospedale del campo il 15 maggio.

Qui ricordiamo una delle molte storie di chi ha scelto, a cui siamo affezionati, ma ce ne sono tante altre da scoprire.

Credits Photo: Gaia Coals


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