Sindacati e sindacalisti sono tra i primi ad essere travolti dalla violenza fascista. Nel 1925, con le Leggi Fascistissime, i sindacati e le associazioni di categorie antifasciste vengono sciolte e il diritto di sciopero abolito. Dello stesso anno è il Patto di Palazzo Vidoni che riconosce la Confederazione delle Corporazioni Fasciste come rappresentanza esclusiva delle maestranze lavoratrici. 

Il palazzo di Porta Vittoria 43 diventa sede dei Sindacati Fascisti dell’Industria.  L’edificio viene costruito negli anni ’30 su progetto degli architetti Angelo Bordoni, Luigi Maria Caneva e Antonio Carminati e per volere di Benito Mussolini, diventando simbolo della potenza del regime. 

Nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1945 i partigiani della 6a Brigata Garibaldi attaccano e occupano il palazzo riconsegnandolo al Comitato Sindacale Clandestino di Milano e provincia. 

Nel dopoguerra, la Camera del Lavoro è nuovamente bersaglio di attacchi fascisti. Il più grave è quello del 23 aprile 1946 in cui perde la vita Stella Zuccolotto, militante della lega dei portinai che stava partecipando ad una riunione al primo piano dell’edificio. Una lapide la ricorda nel piazzale della Camera del Lavoro.

Da allora, il palazzo è sede della CGIL.

Storia di chi scelse: Giuseppe Alberganti

“Dopo oltre 20 anni di sindacalismo fascista, di soppressione delle libertà sindacali, […] la nostra Camera del Lavoro, grazie all’eroismo dei lavoratori, riprende la sua attività”

Annuncio della ricostituzione della Camera del Lavoro fatto da Giuseppe Alberganti

Giuseppe Alberganti nasce a Pavia il 24 luglio 1898 in una famiglia operaia e socialista. A nove anni inizia a lavorare in una fornace, poi come garzone di fabbro e infine alla Pirelli, manifestando fin da giovanissimo un’adesione militante agli ideali del socialismo. Nel 1919 trova impiego come macchinista e fuochista presso le ferrovie.

Fin dalla sua fondazione, nel gennaio 1921, aderisce al Partito Comunista d’Italia e, per tutto il periodo fascista, si impegna nella lotta contro la dittatura. Licenziato per la sua attività antifascista, nel 1923, è assunto in una ditta di Milano dove inizia a lavorare nell’organizzazione clandestina del partito. Nel 1929 diventa membro del direttivo della federazione comunista di Milano.

Esule politico in Francia, nel 1930, continua a occuparsi dell’organizzazione del partito.

Dal marzo all’ottobre 1937, partecipa alla guerra civile spagnola come commissario politico delle Brigate Internazionali Garibaldi a Barcellona e a Valencia.

Esule politico in Francia nel 1930, partecipa alla guerra di Spagna come commissario politico delle Brigate Internazionali Garibaldi a Barcellona e a Valencia. Alla fine del conflitto torna in Francia dove viene rinchiuso a Vernet . Consegnato alla polizia fascista è confinato a Ventotene.

Giuseppe Alberganti si impegna nella Resistenza. Con lo pseudonimo di Cristallo, diventa Segretario della federazione comunista clandestina di Bologna, assumendo la responsabilità dell’attività politico-militare delle Brigate Garibaldi operanti in Emilia-Romagna. Dal febbraio 1945 è a Milano, dove dirigerà l’insurrezione generale dell’aprile. Dopo la Liberazione, Alberganti è stato il primo segretario della Camera del Lavoro di Milano e poi segretario della Federazione milanese e membro del Comitato centrale del PCI.

Qui ricordiamo una delle molte storie di chi ha scelto, a cui siamo affezionati, ma ce ne sono tante altre da scoprire.

Credits Photo: Gaia Coals


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