Costruito all’indomani della Prima guerra mondiale, il Politecnico di Milano concentra in sé l’insegnamento delle varie specializzazioni scientifiche e ha l’obiettivo di promuovere la ricerca scientifica.

Nell’ottobre 1931, il Regime impone ai professori universitari l’obbligo di giuramento di fedeltà al fascismo. Nonostante la forte adesione, sin dai primi anni, nel Politecnico si registra l’opposizione a tale obbligo di alcuni docenti e ricercatori, che sono destituiti dall’Ateneo. Con le Leggi Razziali del 1938 hanno inizio anche le epurazioni dei docenti ebrei: in totale sono rimossi 11 docenti, tra questi Camillo Levi e Michelangelo Böhm, deportati nei campi di concentramento nazisti.

Con lo scoppio della guerra, la caduta del fascismo e l’armistizio, l’opposizione diventa più strutturata e diversificata, coinvolgendo sia studenti che docenti. In questo momento delicato, è eletto rettore dell’ Ateneo Gino Cassinis. Il Rettore si rifiuta di prestare giuramento al governo di Salò e lavora per proteggere l’autonomia del Politecnico, preservando i suoi beni culturali e scientifici, e per coprire le attività clandestine partigiane. 

Nel corso dell’anno accademico 1946-1947, Cassinis conferisce la laurea ad honorem a 46 studenti partigiani, morti per la Libertà.

Storia di chi scelse: Francesco Moschettini

Tra  gli studenti del Politecnico, Francesco Moschettini ha avuto un ruolo chiave nella Resistenza dell’Ateneo. Nato a Ginosa il 21 novembre 1914, dopo avere conseguito la laurea in Ingegneria Elettrotecnica al Politecnico di Milano, è arruolato in Marina. Dopo l’armistizio entra nel Corpo dei Vigili del Fuoco di Milano e aderisce alla Resistenza militando nel Partito d’Azione. 

Nei sotterranei dell’Università, installa e dirige, insieme a Gian Battista Boeri, un centro radio clandestino con radiotrasmittente e centralino telefonico di collegamento tra le forze partigiane. Riesce a eludere le ricerche del controspionaggio, assicurando così l’efficacia del servizio d’informazione del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.

A seguito di una delazione, il 9 settembre 1944, viene arrestato a Garbagnate. L’11 novembre 1944, con un convoglio partito da Milano, viene deportato a Bolzano e, il 20 novembre 1944, a Mauthausen. Trasferito a Gusen vi muore il 24 gennaio 1945.

Qui ricordiamo una delle molte storie di chi ha scelto, a cui siamo affezionati, ma ce ne sono tante altre da scoprire.

Credits Photo: Gaia Coals


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