“Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”

Questo è il passo del Talmud che Gunter Demnig fa proprio. L’artista tedesco inizia il progetto nel 1990, quando un cittadino contesta la veridicità della deportazione di 1000 sinti della città di Colonia, avvenuta nel 1940. Da quel momento si dedica alla costruzione del più grande museo diffuso d’Europa: le Stolpersteine.

Le Pietre d’Inciampo sono una forma di Resistenza al negazionismo e all’oblio delle vittime del nazionalsocialismo, qualsiasi sia stato il motivo della loro deportazione. Vogliono essere un inciampo emotivo e mentale nel luogo simbolo della loro vita quotidiana per stimolare la coscienza collettiva e una riflessione su quanto accaduto, per non dimenticare.

Le prime Pietre d’Inciampo a Milano sono state posate nel 2017.

Storia di chi scelse: Roberto Lepetit

Roberto Enea Lepetit nasce il 29 agosto 1906 a Lezza d’Erba in una famiglia di imprenditori. Non ancora ventenne deve abbandonare gli studi per affiancare lo zio nella conduzione dell’impresa di famiglia, prima Lepetit-Dufour e successivamente Ledogosa S.A., per la produzione di prodotti chimici e farmaceutici. Alla morte dello zio, nel 1928, eredita il comando del gruppo industriale che cresce sia in Italia che all’estero diventando, in breve tempo, una delle più importanti aziende italiane del settore.

Dopo l’armistizio, frequenta l’ambiente del Partito d’Azione e organizza una rete personale di solidarietà con ebrei, ex internati e perseguitati politici. Finanzia il Comitato di Liberazione Nazionale rifornendolo di medicinali prodotti dalla sua stessa azienda e organizzando incontri clandestini nei suoi uffici.

Il 29 settembre 1944, viene arrestato dalle SS e condotto a San Vittore. Internato nel campo di concentramento di Bolzano, il 17 ottobre, Lepetit vi svolge una preziosa attività clandestina, in contatto coi referenti milanesi, riuscendo ad organizzare una farmacia all’interno del campo. Il 20 novembre, con il “Trasporto 104”, parte verso Mauthausen dove rimane in quarantena fino al 4 dicembre. Successivamente è trasferito al sottocampo di Melk e, l’11 aprile 1945, a quello di Ebensee, dove muore il 4 maggio.

Nel 1948, in occasione del terzo Anniversario della Liberazione, è inaugurato a Ebensee il “Monumento Lepetit”. Fortemente voluto dalla famiglia per ricordare lui e tutti gli italiani morti all’interno del campo. 

Qui ricordiamo una delle molte storie di chi ha scelto, a cui siamo affezionati, ma ce ne sono tante altre da scoprire.

Credits Photo: Gaia Coals


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