Inaugurato come anfiteatro nel 1807 da Napoleone Bonaparte, nel 1870 è acquisito dal Comune di Milano diventando Arena Civica. Il 19 dicembre 1943, ha qui luogo la prima fucilazione di antifascisti ad opera dei nazifascisti.
Il 18 dicembre 1943 viene ucciso, nella sua abitazione di via Fratelli Bronzetti, il Commissario dei Fasci milanesi Aldo Resega. La sera stessa, per rappresaglia all’attentato gappista, il Tribunale militare straordinario fascista condanna a morte otto detenuti politici, prelevandoli dal carcere di San Vittore. Gli otto antifascisti, estranei ai fatti, sono fucilati all’interno dell’Arena Civica e i loro corpi lasciati esposti con la scritta “partigiani banditi”.
Sulle mura, all’esterno dell’Arena, si trova una targa commemorativa in marmo con incisi i loro nomi: Carmine Capolongo, Fedele Cerini, Giovanni Cervi, Luciano Gaban, Alberto Maddalena, Carlo Mendel, Giuseppe Ottolenghi e Amedeo Rossini. Mentre al suo interno, nel punto dove sono stati fucilati, è presente un cippo con la scritta “Qui caddero per la causa della libertà il 19 dicembre 1943”.
Storia di chi scelse: Giovanni Cervi
Tra i fucilati dell’Arena Civica c’è Giovanni Cervi. Nato il 1° giugno 1903 a Gattico, studia ingegneria al Politecnico di Milano laureandosi, nel 1927, in ingegneria industriale. Successivamente è assistente alla cattedra di ingegneria meccanica dell’Università di Perugia.
Nel 1935 è costretto a lasciare l’insegnamento per aver rifiutato di iscriversi al Partito Nazionale Fascista.
Trova lavoro prima a Cesano Maderno, poi alle De Kummerlin di Milano e infine, nel 1940, è assunto alla Caproni dove è eletto capo della Commissione interna.
Giovanni Cervi è un militante di Giustizia e Libertà ed è tra gli organizzatori degli scioperi del marzo 1943. Il 9-10 settembre 1942 partecipa al tentativo di costituzione della Guardia Nazionale in stretta collaborazione con Leopoldo Gasparotto. Il 3 novembre è arrestato dalle SS e imprigionato nel carcere di San Vittore.
Il 19 dicembre 1943 è prelevato dal carcere e fucilato, insieme ad altri sette antifascisti, per rappresaglia all’uccisione di Aldo Resega.
Qui ricordiamo una delle molte storie di chi ha scelto, a cui siamo affezionati, ma ce ne sono tante altre da scoprire.
Credits Photo: Gaia Coals
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